Il nostro percorso di visita continua lungo il cardo maximus, prendendo la sua diramazione a occidente della città, che ci conduce in Località Grotte, nella quale si ubica il teatro della Cales di età romana.
Il teatro è separato dall’area sacra, ubicata sulla terrazza superiore, da un muro di contenimento in opera incerta. E’visibile soltanto un unico menianum (balconata) della cavea, delimitato da due praecinctiones (corridoi), quello che inizia dalla media cavea è caratterizzato da scalette contrapposte, collegate da un breve ballatoio che dava accesso alla summa cavea della quale non rimane traccia.
In anni recenti è stata rinvenuta una parte del muro dell’attico che delimitava e sosteneva il tetto a spiovente della porticus summa cavea (galleria coperta parte superiore della cavea), si tratta di una parete costituita da semicolonne sormontate da capitelli ionici. La cavea poggia su strutture radiali con volte a botte in opera quasi reticolata, che dal semiellisse mediano, verso l’esterno, sono suddivisi da altri muri, tranne le due arcate presso le parodoi (passaggi laterali), i quali si sdoppiano sulla facciata esterna in una successione di ventiquattro arcate.
L’edificio scenico ha rivelato i resti degli ambienti di servizio in opera quasi reticolata, in opera mista (reticolato e laterizio) e, infine, in opera laterizia, oltre che in facciata presentava in origine una struttura architettonica di tipo occidentale, con porta regia (porta centrale), posta in un’esedra centrale e affiancata da porte laterali.
Il proscenium (parte del palcoscenico), in opera laterizia, è ornato di nicchie semicircolari e quadrangolari in ordine alterno con scalette laterali. Gli ambienti si aprono sulla fossa scenica, che comprende le strutture per il funzionamento dell’auleum (sipario) e quelle di supporto al palcoscenico ligneo, e sulla porticus post scaenam (porticato esterno).
La scaenae frons (facciata architettonica dell’edificio scenico), forse rettilinea, è chiusa lateralmente da piccoli ambienti mentre a Nord un vano di disimpegno collega la porticus post scaenam con una scala pavimentata con lastre di tufo grigio e presenta colonne in laterizio ricoperte di stucco, che avevano sostituito le più antiche in tufo, inoltre, dalle versurae (ambienti di sosta e passaggio per il pubblico) ci si introduce al palco.
Un saggio di anni recenti, eseguito nell’orchestra, ha messo in luce una gradinata precedente, contemporanea al pavimento di cocciopesto rinvenuto nelle parodoi. E’ probabile che il primo edificio sia stato di dimensioni modeste, realizzato in opera incerta nella prima metà del II secolo a.C.. Nella metà del I secolo a.C. la cavea è modificata.
Nel I secolo d.C. si hanno profonde trasformazioni, che prevedono l’innalzamento del livello teatrale e del piano pavimentale dell’orchestra, all’interno della quale è ricavata una vasca – ninfeo. Si realizzano nuovi sistemi di accesso alla media e summa cavea, sulla quale si crea un piccolo tempio.
I rinvenimenti di frammenti di marmi policromi (africano, pavonazzetto, serpentino verde, rosso antico, cipollino, portasanta) e le modanature architettoniche in tufo e marmo, risalenti alla media età imperiale, tra la fine del I e gli inizi del II secolo d.C., attestano una ricca decorazione architettonica dell’edificio teatrale di Cales.